Armonizzare gusti e sapori è un obbligo da assolvere  con diligenza  e competenza al fine di consentire il giusto

equilibrio eno-gastronomico cibo vini.

Ogni vino va scelto in ragione della pietanza che lo accompagna   e dell’eventuale tipo di vino  previsto per gli altri piatti presenti  e che seguono nel menù, perché si armonizzi con le caratteristiche del cibo.

Il vino non deve prevaricare il sapore del cibo, annullandone la tipicità,  bensì esaltare e migliorare il gusto,

la personalità della ricetta.

Per contro la vivanda non deve mai prevalere  con aromi e spezie rilevanti sul delicato bouquet del vino

e sulla sua personalità, mettendolo in minoranza.

L’accostamento cibo vini richiede molta accortezza  e dev’essere fatto seguendo un filo logico che non metta mai in contrasto i due  con pesci e crostacei ( spigola, sogliola, scampi );  e viceversa un vino bianco leggero ( Soave, Chardonney)  con carni rosse, selvaggina da pelo o da piuma ( brasato, lepre, fagiano ).

La scelta del vino indicato per ogni pietanza o per gruppi di piatti richiede perciò competenza  e profonda conoscenza delle caratteristiche fisico chimiche  e organolettiche del vino ( amabile, asciutto, vigoroso, robusto, ecc. )  oltre alla composizione merceologica, agli ingredienti,  alle spezie, ai condimenti con cui è stata elaborata la pietanza.

Solo in questo modo è possibile accostare i due alimenti esaltando i valori dell’uno e dell’altro.

Poiché non è facile abbinare un vino specifico  ad ogni particolare tipo di pietanza è buona norma  abbinare alcuni tipi di vino ad ampie fasce di pietanze, suddivise in ordine crescente:

  1. Vini leggeri con pietanze delicate e piatti di mezzo;
  2. Vini robusti di buona alcolicità, con carni rosse,  selvaggine, cacciagione, ecc. ;
  1. Vini dolci ( passiti, moscati, liquorosi ) con desserts in genere.