Il Governo Siciliano batte ogni record.

  
Un debito pubblico che cresce ogni anno! Questo è quello che emerge nel Rendiconto generale esposto dalla Corte dei conti un debito che attesta una crescita del 3,05 % rispetto agli anni precedenti. Nel particolari:

– cinque miliardi e mezzo di euro risulterebbero i debiti residui complessivi al 31 dicembre del 2014; sette miliardi e novecento milioni sarebbero i debiti accumulabili entro la fine del 2015. -Ed ancora: 608 milioni di euro è il costo dei 16.072 dipendenti regionali in quiescenza.

I maggiori costi sono da imputare al personale Regionale, alle società partecipate e alla sanità.

Nel 2014 il Governo ha speso 938 milioni e 529 mila euro per la retribuzione di 17.325 lavoratori regionali (14.950 dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato, 1.737 persone a tempo determinato e 639 esterni). Da evidenziare che di questo personale 1.735 sono dirigenti di fascia superiore: praticamente, circa otto dipendenti hanno un dirigente! Alla faccia della crisi!!!
Il governo siciliano, inoltre, spende 272 milioni di euro per le società pubbliche. “È emerso –spiegano i magistrati contabili – come le società pubbliche regionali stesse siano state utilizzate non già come soluzione efficiente per il migliore proseguimento di scopi pubblici ma piuttosto come strumento elusivo di divieti e vincoli legislativi”.
19 miliardi e 909 milioni di euro sono stati spesi per la Sanità in Sicilia nel 2014; la quota più sostanziosa è stata destinata per retribuire le 48.530 persone impegnate nella sanità.
Nell’ambito del settore della formazione professionale, il Governo avrebbe dovuto utilizzare circa 2 miliardi di euro, fondi europei previsti per lo svolgimento delle attività di politiche attive del lavoro. Invece, in questo settore ciò non è avvenuto: pare che circa 1 miliardo e 200 milioni di euro non sono stati utilizzati in Sicilia e, della restante somma, solo 150 milioni di euro sono stati impegnati per la formazione.

 Tale spreco avrebbe potuto essere destinato una parte ai lavoratori creditori da anni nei confronti degli Enti Gestori e della Regione, che non controlla e non chiude rendiconti da anni, ed un’altra per finanziare altre attività destinate da un lato ad evitare la dispersione scolastica dei minori e inoccupati, dall’altra a fare acquisire competenze utili per eventuale inserimento lavorativo dei cittadini siciliani.

Nel Rendiconto generale la Corte dei conti censura la gestione dei bilanci siciliani. A tale proposito il procuratore generale sottolinea come “nonostante i ripetuti rilievi delle sezioni riunite, non è stato predisposto in bilancio alcun fondo di riserva finalizzato a limitare l’impatto degli esborsi futuri per i flussi differenziali”.
“Non è ammissibile – dice il procuratore generale della Corte dei conti – che gli organi di amministrazione di società di cui la Regione è l’unico socio o socio di maggioranza, ignorino le richieste di informazione da parte della Ragioneria regionale e né ammissibile che la Regione, che spesso sostiene finanziariamente gli enti, tolleri tali omissioni”.