La riforma costituzionale prevede di ridurre i seggi alla Camera da 630 a 400 e quelli al Senato da 315 a 200. L’obiettivo è favorire un miglioramento del processo decisionale delle Camere per renderle più capaci di rispondere alle esigenze dei cittadini.
il taglio è una naturale conseguenza che porterà automaticamente a un sistema più funzionale. Renderebbe il parlamento più efficiente, migliorerebbe il rapporto tra cittadini e istituzioni ed eliminerebbe la frammentazione tra piccoli gruppi parlamentari, che servono solo a organizzare la sopravvivenza sulla poltrona.
Il referendum sarà confermativo, servirà cioè a confermare l’approvazione di una riforma costituzionale che non ha ottenuto almeno due terzi dei voti in ciascuna camera.
Chi vota SI sostiene il taglio dei parlamentari, chiede che la riforma sia confermata e che entri in vigore.
Gli argomenti a favore del Sì hanno a che fare innanzitutto con la riduzione dei costi della politica e dunque con un risparmio economico per il bilancio dello stato che sarebbe pari a 100 milioni di euro all’anno . Meno soldi sia per le loro onorevoli tasche che per il partito.
Il taglio dei parlamentari avvicinerebbe l’elettorato alla politica e migliorare il funzionamento del parlamento, cosa che potrebbe consentire di renderlo realmente più efficiente. Con un parlamento più snello ci può mangiare meno gente e la competizione per riuscire a sistemarsi sarà più dura.
Pertanto la riduzione del numero dei parlamentari sarebbe un punto di partenza, per procedere successivamente con altre riforme necessarie a eliminare il malfunzionamento delle istituzioni.
I vecchi politicanti probabilmente voteranno “no” nel segreto delle urne e proveranno a convincere amici e parenti a fare lo stesso.
Vecchi politici che mentre l’Italia andava in malora si abbuffavano in silenzio e oggi rispolverati, sono pronti a boicottare il cambiamento presentandosi con nuovi partiti che rivendicano lo sviluppo del sud.
Poi, per ultimo, ci saranno gli esperti del giorno dopo, che in Italia abbondano sempre più. Soliti tuttologhi che per gratificare il proprio ego si esibiranno nei social.