Nel corso della nostra vita, fin da bambini, siamo educati a cercare approvazione. I voti a scuola, il giudizio dei genitori, le aspettative sociali: tutto sembra invitarci a conformarci, a spiegare, a giustificare ogni azione. In un certo senso, viviamo sotto uno “sguardo” costante. Il filosofo Michel Foucault parlava di una società della sorveglianza, in cui non serve più un controllo diretto, perché siamo noi stessi a interiorizzare quel giudizio esterno. Così impariamo a limitarci da soli, a non uscire troppo dagli schemi.

 

Ma a un certo punto può accadere qualcosa: iniziamo a chiederci perché dobbiamo giustificarci. Perché dovremmo spiegare ogni scelta, ogni desiderio, ogni differenza? E se invece la vera autenticità consistesse proprio nel non dover più spiegare tutto, nel fare ciò che ci piace non per sfidare gli altri, ma per restare fedeli a noi stessi?